martedì 15 settembre 2009

Riflessioni sul pamphlet "Coltivare le connessioni"




Mi ha colpito molto la parte in cui il prof. scrive, “… il mondo è fatto di solo divenire …” : questo mi ha fatto pensare ai concetti espressi dal filosofo Eraclito, secondo il quale tutto il mondo viene considerato come un enorme flusso perenne nel quale nessuna cosa è mai la stessa poiché tutto si trasforma ed è in una continua evoluzione. In particolare, una frase dello stesso Eraclito risulta essere secondo me adatta: “Nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte, perché né l'uomo né le acque del fiume sono gli stessi”.
Questa frase esprime il concetto di “rete”, in cui ogni nodo risulta importantissimo nella sua diversità per permettere al PLE di svilupparsi ed essere appunto “in continuo divenire”.
La scolarizzazione pone delle barriere molto rigide alla sete di conoscenza necessaria al PLE per svilupparsi. Mi è appena venuto in mente che potremmo identificare la scolarizzazione con l’immagine dei martelli in marcia nel famoso video dei Pink Floyd, “Another Brick in the Wall”. Sembra paradossale, ma la struttura attuale della scolarizzazione non stimola alla conoscenza finalizzata ad accrescere il proprio bagaglio di esperienza (necessario per crescere soprattutto come persone!), ma limita una persona ad un apprendimento fine a se stesso ,” oggettivo”, ovvero a conoscenze che sono uguali per tutti, ma che nessuno può fare veramente proprie.
E’ stato richiamato nel pamphlet il desidero di un “ritorno al passato”, il desiderio di tornare ad imparare dalla “piazza”, dove gli anziani dispensavano ai giovani aneddoti e consigli, e soprattutto dove condividevano il proprio bagaglio di esperienza. Nella società contemporanea dell’individualismo assoluto si è portati ad ascoltare e a voler apprendere dall’ “altro” sempre meno, convinti che le nostre esperienze (nonostante la giovane età) possano essere sufficienti a “capire la vita”.
Secondo me la grandissima potenzialità di internet si incrocia proprio con questo concetto: lo sharing, possibile grazie alla rete, permette di replicare quel tipo di apprendimento, ossia di poter carpire ed assorbire tutto il possibile dai diversi nodi presenti nella rete (“una rete, quando gode di buona salute, produce qualcosa che è superiore alla mera somma tra le parti”).
La possibilità di confrontarsi, di esprimere sentimenti, emozioni ed opinioni, riguardo ai temi più disparati è sicuramente qualcosa di molto diverso che studiare a memoria un capitolo di storia.
L’aspetto più importante, a mio avviso, è la possibilità del confronto tra diverse categorie di attori; in tal modo si sovrappongono PLE di diverso spessore ed intensità ,in modo da rendere il confronto trasversale tra la gente (giovani, anziani, impiegati, casalinghe, che si confrontano tra loro; questo forse risulta essere un po’ il limite del social network, dove c’è una netta prevalenza di giovani).
Non è detto però che tanto più grande sia la rete, e tanti più siano i nodi, che la nostra acquisizione di dati sia migliore. Come sostenuto dal professore, molto dipende dalla qualità dei nodi, e non dalla quantità...


1 commento:

Breathe in Südtirol ha detto...

Articolo davvero ottimo e blog molto interessante! Saluti da un viaggiatore di passaggio!